Francesca
Io non sono LIBERATO di Gianni Valentino. Oltre l’indagine tout court
Aggiornamento: 30 dic 2018
Io non sono #LIBERATO. Leggetelo! E non solo perché, come mi raccontò l’amico Gianni Valentino, all’Auditorium Novecento di #Napoli, in un piovoso 21 novembre, “ho avuto la preziosa occasione di fare il mio mestiere in piena libertà: dialogare, incontrare, indagare”. Questo lavoro editoriale, pubblicato da Arcana, va oltre l’indagine alla scoperta dell’identità di LIBERATO, il “munaciello” contemporaneo, che con le sue 6 hits spicciolate sul web, una alla volta, come vanno mangiate e gustate le nostre “cerase”, ha conquistato persino le classi del liceo Parini di Milano con una Nove Maggio cantata e ballata, insieme a Secondigliano di Giôlier, da eleganti, filiformi e griffate studentesse nelle #InstagramStories.

La scrittura di Gianni diventa un bel pretesto per fare un viaggio serio nella Napoli musicale, patria dell’#underground, della #housemusic (oggi Vangelo del brand #NEUHM), dei #neomelodici, di un dialetto che è una vera e propria lingua (al pari dell’inglese, del francese, del tedesco e dello spagnolo) e dell’intreccio di tutto ciò che viene fuori da penne, carta, iPad, iPhone e travalica i confini di una città e pure di una regione, dove il sangue creativo ribolle ogni singolo giorno dint’e vene.
Lo chiamano #marketing (studiato e vincente). L’identikit di LIBERATO è quello di un #Ultras (profondo amore per la maglia azzurra e anonimato), cappuccio calato sul viso (appunto), mani in tasca, dialetto completamente sbavato (e su questo si apre un bel capitolo…).

La prima interfaccia con cui confrontarsi nella speranza di incrociarlo è #FrancescoLettieri, il cui ruolo va assai oltre la regia dei video. Gianni è un giornalista-artista da sempre. Mentre portava “Le piume degli angeli scemi” (Iemme edizioni) in collina, in campagna, al mare, in paesaggi dove le sue letture sono state accompagnate da strumentazioni varie, sceglie di intervistare LIBERATO. Una video intervista per il quotidiano La Repubblica, che in realtà non c’è mai stata. Lui e l’amico Paolo De Luca hanno solo goduto la vista di una fanciulla seminuda che fumava in maniera un po’ sexy. Non gliel’ho chiesto quando ci siamo incontrati, né lui me l’ha raccontato, ma credo che questo sottrarsi di LIBERATO dopo l’appuntamento in videocall (rinviato, prima; disatteso, poi), abbia acuito la curiosità giornalistica dell’autore di “Io non sono LIBERATO”, che prima ancora che un’ammissione da parte degli intervistati, sembra proprio una sua ammissione, perché, vista la spiccata vena artistica, più di qualcuno sui social ha iniziato a chiedere sotto i post di Gianni se LIBERATO non fosse proprio lui.

Insomma, inizia un bel viaggio, fatto di #incontri ma anche di #interviste negate, mai risposte e #backstage blindati (che hanno reso più forti i #sospetti). Un libro che non finisce a pagina 284 con gli “obrigado”, che rivelano un percorso per nulla solitario (e che va oltre le chiacchierate). Secondo tomo in chiusura, custodito in un #QRCODE, che non rivela un’appendice ma un vero e proprio libro altro.
Dopo una caffè con Nino D’Angelo, convinto di essere il cantante preferito di LIBERATO, erede, sempre secondo il suo parere, della sua versione in caschetto biondo (leggendo il libro comprenderete che affinità ci sono tra Pronto si’ tu e Je te voglio bene assaje, per esempio) e uno scambio con Gigi D’Alessio, per il quale, belle le canzoni di LIBERATO ma vince il #mistero (e quindi di nuovo il marketing studiato), inizia la carrellata di nomi a cui Valentino prova ad attingere informazioni.
Lo #SherlockHolmes partenopeo apre le danze con #Bawrut, dj-producer di Gorizia, che ha fatto arrivare LIBERATO sul sito #RollingStone (perché una mail di Bawrut la apri subito… lui è un professionista!). E poi, #Populous, producer/dj di Lecce, uno dei primi a cui è stata inviata Nove Maggio; #Raiz, frontman del collettivo #Almamgretta; #GGCanu, musicista, fondatore del collettivo #PlanetFunk e tanta altra roba potente; #DanieleChessa, musicista/sound engineer; #IvanGranatino, cantante e rapper; #Clementino, #FabriFibra, #LivioCori, #Calcutta, #EmanueleCerullo (scrittore e poeta di Scampia), #GianniSimioli, #EnzoChiummariello (promoter e produttore di una serie di artisti da #Luchè e #Geôlier), #GiovanniTruppi (cantautore, ex inquilino del regista Francesco Lettieri), #CarloPastore, condirettore con #StefanoBottura, del #MIAMIFestival (che, a quanto pare, apre al live la storia di LIBERATO ma…); #SpeakerCenzou, #NuGuinea. Non sarò certo io a rivelarvi curiosità dei dialoghi, né a raccontarvi le “interviste negate” e il modo in cui l’autore è riuscito comunque a rendere produttivo (ai fini dell’indagine “sgamaLIBERATO”) il suo ragionamento. Sarebbe spoiler (non richiesto e "negaemozioni").

Gianni Valentino non ha cercato tracce di LIBERATO esclusivamente tra gli addetti ai lavori. Ha ampliato la sua cerchia di interlocutori finanche al professor #UgoCesari, che non è solo il foniatra di voci da Padreterno come quelle di #MassimoRanieri, #LucianoPavarotti, #EnzoAvitabile, #EduardoDeCrescenzo (per citarne alcuni). Questo signore è soprattutto un perito fonico, ovvero un esperto identificatore del parlato, riconoscitore di voci, che presta la sua consulenza a tribunali e procure.
Serissima la strada intrapresa da Valentino, dunque, che, mentre Nove Maggio, Je te voglio bene assaje, Introstreet, Me staje appennenn’ amò, Gaiola portafortuna, Tu t’e scurdat’ ‘e me continuano a far collezionare al canale YouTube di LIBERATO milioni di visualizzazioni, dà spazio, nel suo lavoro di appunti, diventati poi un bel libro per la collana #CantautoridelDuemila di Arcana, anche all’arte del ricamo customizzato #IFBAGS, ovvero Isabella de Felice, Lucia Tamponi e Claudia Legnani, le tre ladies che hanno “scritto” LIBERATO sui bomber (la scritta è una variazione del font #ULTRASLIBERI… torna la grande passione calcistica della nostra entità misteriosa (è uno? Sono due? Forse tre?) e pure con queste signore si fa una bella chiacchierata. Neanche l’amore e le emozioni del #FanClub vengono tralasciati.

Poi c’è tanto altro ancora in questo lavoro. Scopritelo da voi… Se non lo avete messo sotto l’albero di #Natale, restano ancora la calza della #Befana e gli auguri di #BuonAnnoNuovo!
Fossi in voi, non ci rinuncerei...
Well done, Mister Valentino!