Francesca
Facebook. Impariamo a gestirlo davvero!
Aggiornamento: 3 mar 2018
L'ansia di comunicare qualunque cosa. Vale più un post che un'emozione. O meglio, vale più la voglia di emozionare il popolo di Facebook che la voglia di emozionarsi. Siamo messi davvero male!

C'è stato un tempo (un lungo tempo, ahimè), in cui mi sono lasciata affascinare a tal punto dal social network più diffuso e noto, che ho mortificato e fatto a pezzi quello che più mi è sempre piaciuto del mio modo di essere. Non amo che la gente si impicci degli affari miei e non amo impicciarmi di quelli degli altri. Eppure su Facebook sono documentati i momenti più belli e intimi della mia vita privata. Quelli che avrei dovuto custodire con gelosia e preservare, desiderando fossero solo miei per sempre. E, intanto, non avevo neanche più armi di difesa. Tutto là. Tutto pubblico. Pensieri, fotografie e stati d'animo. Persino l'amicizia, bene raro e prezioso, si misura su Facebook. Persino i fidanzamenti che iniziano e finiscono diventano di pubblico dominio. Abbiamo mandato la privacy in frantumi, ossessionati dalla voglia di esserci e con gran peso!
“Sembriamo tante comari di un piccolo paesino. Quelle che con il cestino della spesa si fermano, di tanto in tanto, durante la loro passeggiata, sull'uscio delle porte e si intrigano dei fatti degli altri”.
Quanto veleno. Quanta gioia per le sconfitte altrui. E quanta malsana competizione, rincorrendo i like prima, le reaction poi. Dov'è finita la stretta di mano? Siamo cyber, ormai. Siamo la proiezione di noi stessi. È forse arrivato il tempo di recuperare la vita reale, lasciando a Facebook pochi, rari e sensati post.
Percorso di disintossicazione
Più siamo su #Facebook, più abbiamo voglia di intervenire in dibattiti o postare.
È necessario riappropriarci di noi stessi. Meno, sempre meno. Non dico di chiudere il profilo. Io non lo farei. Non ho voglia di farlo. Ma, di sicuro, da quando ho staccato Messenger e Facebook dal cellulare vivo meno intossicata e riesco persino a intercettare cose interessanti, perché non ho il cervello pieno di post. Gestisco il mio tempo in maniera più fruttuosa. Leggo molto. Ho messo in piedi rapporti di lavoro importanti, studio strategie di comunicazione e ho persino creato il mio sito. Era tanto che volevo farlo ma... ero presa dalle mie passeggiate tra le stradine del paesino.
Sentimenti "tecnologici"
“Torniamo ad amarci di più!”.
Amico. Ecco la parolina magica con cui Mister #Zuckerberg ci ha irretiti e affascinati tutti. Con quanta facilità diciamo di essere amici di semplici conoscenti. Questo da sempre e nella vita reale. Ora siamo legittimati a definire "amico su Facebook" un tizio o una tizia qualunque, solo andando in una lista e vedendo che questo o quello c'è. La vicinanza e la distanza tra le persone non sono più intime. E il ciarlare rende complicate (e a volte irreparabili) situazioni che sarebbero potute essere risolte davanti a un buon caffè.
Più caffè. Meno Facebook
Le strategie più importanti sono quelle che vengono studiate in silenzio. I rapporti più preziosi sono quelli che vengono preservati da tanti sguardi. Riprendete possesso del vostro tempo. Ogni cosa deve essere detta al momento giusto. Facebook è un attimo. Quell'attimo che può cambiare il corso di tante cose. E, spesso, è un peccato. Un vero peccato.